Virtuoso esempio di “universal design”, lo smartphone LG Touch si è aggiudicato il 20 Novembre a Tokyo il prestigioso Grand Prize, che non veniva assegnato da oltre 3 anni per mancanza di un progetto all’altezza delle aspettative della multinazionale Coreana.
Merito del 27enne italiano Andrea Ponti, che – classico esempio di cervello in fuga – vive e lavora da 6 anni in Giappone come designer e Art Director nel settore dell’arredamento e della moda. Il progetto è nato da una domanda complessa che Andrea si è posto:
“E’ davvero possibile creare un oggetto che si adatti perfettamente a qualsiasi utente e che, a ciascuno di essi, possa fornire una piattaforma di interazione flessibile e personalizzata?”.
Smartphone di ultima generazione, LG Touch è dotato di un pannello tattile in rilievo che si deforma nelle 3 dimensioni grazie ad una membrana polimerica attraverso il passaggio di micro-impulsi elettrici. La tastiera può trasformarsi dunque da codice Brail alle corde di una chitarra, da pulsantiera a texture.
Un ritorno al tatto, dopo la diffusione del touch, per consentire ad utenti non vedenti di interagire con lo smartphone nonostante l’handicap visivo, ma anche facilitare l’uso agli utenti anziani e permettere loro di scrivere e navigare con una tastiera in rilievo. Inoltre LG Touch offre la possibilità di creare un nuovo livello di interazione basato sul concetto di feedback tattile e visivo: ad esempio un tessuto o un’immagine, possono essere riprodotte in rilievo sulla piattaforma inferiore del telefono per consentire una percezione sempre più reale e sempre più vicina al concetto di realtà virtuale.
Un oggetto in cui ergonomia, interazione, estetica e prestazioni di ultima generazione si fondono.
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